
Buongiorno Amici,
come sapete sul nostro sito si parla di sogni, speranze, avventure, di viaggi e soprattutto di musica essendo noi appunto due musicisti.
Ma oggi non voleranno gli unicorni dalle criniere arcobaleno no, oggi vi voglio parlare del lato oscuro della musica, così oscuro che Dart Fener levati proprio.
Intendiamoci, questo mestiere è fatto di alti e bassi, come tutto del resto, ma forse voi i “bassi” del nostro settore non ve l’immaginate proprio e io voglio raccontarveli.
In questo articolo vi elencherò I 10 MODI PER FAR IMPAZZIRE UN MUSICISTA e che ovviamente noi, Family Business, abbiamo felicemente esperito nella loro totalità.
1.”SORRY WHERE IS THE BATHROOM?”
Ebbene si. Il primo punto riguarda un momento particolare che tutti i musicisti da hotel 5 stelle hanno sicuramente vissuto. Apro una piccola parentesi. I contratti da resident band prevedono una performance di 3 ore distribuite in 4 set da 45 minuti ciascuno. Potete capire che per un live è un vastissimo lasso di tempo e nel mentre potrebbe succedere di tutto, se non ci credete chiedetelo agli anziani che sorvegliano i cantieri per un’intera giornata. Sherlock Holmes gli fa una pippa.
LOL;)
Partiamo dal presupposto che mentre canti sai già di essere semplicemente il sostituto vivente di Spotify ma ami il tuo lavoro e di conseguenza, ogni tanto, cerchi di metterci un po’ di “verve“.
Dopo una carrellata di brani jazzy e molto snob decidi di fare il pezzone, quello in cui puoi sguarare con la voce e sfogare tutta la tua frustrazione…ma proprio quando sei all’apice, proprio quando sei concentrata nella performance della vita ecco che arriva LEI : donna araba media, estremamente ricca, 3 litri di profumo, capelli, mani, trucco perfetto che, nonostante la hall dell’hotel vanti non una, ma bensì due concierge, una reception e una quantità indefinita di personale della security, decide di avvicinarsi a te, proprio mentre sei su quell’acuto infattibile e ti chiede “SORRY WHERE IS THE BATHROOM?” (scusi dov’e il bagno?). E tu, a quel punto, a cagare, ce la mandi davvero.
2. COME IN GELATERIA
Al secondo punto ho voluto dare un titolo pittoresco e a breve saprete perchè.
Continuiamo questa parata di animali fantastici e dove trovarli con un altro esemplare di donna media ricca, profumatissima, ingioiellata eccetera che pare scalpitare in attesa del nostro live. Pure il cameriere tutto emozionato viene a riferirci che c’è qualcuno che aspetta di ascoltarci. “WOW finalmente dell’interesse” pensi. Ma ti accorgi che, ben presto, ogni tua fievole speranza si vanifica nel passo falcato e un po’ indifferente di questa donna che come in gelateria si scelgono i gusti del gelato chiede: “Mmm senti, che musica fate? Avete “My way” di Frank Sinatra? E quella canzone che fa così, aspetta “lalalaaaala” *canta*. Ma come no dai! Fa cosi “lalllaaaala” *canta di nuovo*. Ok niente allora un brano di AHLALLAM AHMADHAJDGFFH?No? Non canti in arabo?Beh allora me ne vado”
TU:
3. RAGAZZO CHE MENTRE STAI SUONANDO LA CHITARRA TI CHIEDE DI FERMARTI PERCHE’ VUOLE UNA FOTO CON LA CHITARRA. (NO DESCRIPTION NEEDED)
4. L’ODIO CHE TI SALE QUANDO STAI CANTANDO E TI PARLANO.
5. CONVERSAZIONI NON RICHIESTE
Miglioratemi la giornata e ditemi che anche a voi è capitato che mentre stavate cantando qualcuno si è avvicinato a voi per iniziare una conversazione: da dove vieni? quanti anni hai? chi è il tuo artista preferito? Per favore scrivete nei commenti che è successo anche a voi e non mi sentirò più tremendamente sola.
6. HAPPY BIRTHDAY
Capitolo horror della classifica dedicatissimo ad una canzone che se solo avessi avuto il genio di scrivere personalmente ora sarei miliardaria. Dovete sapere che nel Middle East nessun brano, e dico NESSUN BRANO può battere l’euforia che sprigiona la canzone di BUON COMPLEANNO. Voi non potete capire che violenza psicologica il musicista subisca in determinati contesti. Tu sei li, che canti le tue solite canzoni, poi arriva il momento, in lontananza vedi una candelina immersa in una torta che viene soavemente trasportata verso un tavolo dove vi è seduto il festeggiato che già ti sta guardando e tu già lo sai che sta arrivando quel momento e già sai che non basterà un solo verso del testo per placare la loro sete di auguri. Ma questo è ancora nulla miei cari lettori perchè può succedere di peggio. NON HANNO FILMATO LA CANZONE PER LE INSTAGRAM STORIES. E a te, ovviamente, tocca rifarla ma, a sto giro, ci metti lo sguardo d’odio accompagnato da un suono un po’ distorto che ti danno quel non so che di “rebel“.
7. “ACCETTATE RICHIESTE?”
Come in ogni serata che si rispetti ovviamente e giustamente arrivano le “richieste”.
Premetto che quando qualcuno ci fa una richiesta ne siamo assolutamente felici, sopratutto se sappiamo il brano anche perchè è indice che questo qualcuno ti sta ascoltando e apprezza la nostra musica.
La storia cambia invece quando ti arrivano, non uno, non due, non 3 ma bensì 40 FOGLIETTINI con 10 TITOLI DI BRANI CIASCUNO. Si amici, avete capito bene. 40 FOGLIETTINI con 10 TITOLI DI BRANI CIASCUNO. Ma questo non è abbastanza no, perché ogni biglietto contiene almeno una canzone del nostro caro amico Ed Sheeran.
Caro Ed, sei un artista eccezionale e ti vogliamo tutti un po’ di bene però, ogni tanto, mollaci una canzone di merda che parla dei bagni della stazione di Rogoredo o dei merluzzi del mare del Nord cosi qualche tua hit ce la risparmiamo anche volentieri.
8. IL MANAGER
Quando siamo all’estero a lavorare nei resort dovete sapere che il musicista deve sempre e comunque relazionarsi ad un manager che normalmente di musica non capisce un benamato belino perché il più delle volte è un uomo di mezza età che l’unico concerto che ha visto nella vita è quello di Natale alla recita del figlio e non distingue il suono del citofono da quello di uno strumento musicale. Ma, nonostante questo, si mostra consapevole e preparato (perché ovviamente “è il tuo lavoro ma che ne vuoi sapere tu più di me”) e si lancia in richieste improbabili se non impossibili da accontentare. Nell’ultimo hotel per esempio mi è stato chiesto se potevo essere più “crooner alla Tony Bennet”.
Ecco cari produttori di pedali inutili per chitarra avete capito??? Cominciate a pensare anche a noi cantanti e iniziate a brevettare un trasformatore live di timbro vocale. Grazie.
9. “VOGLIO CANTARE UN BRANO”
Ecco che è arrivato l’attesissimo momento “karaoke”. “Vai a cantare amore fai un favore alla mamma così ti sento con il microfono”. E noi signora sua figlia la facciamo cantare e con immenso piacere anche.
Normalmente però questa richiesta avviene ovviamente mentre stai cantando ed in una mano tieni il tamburello e lo shaker nell’altra. Insomma, salve, buongiorno, STO CANTANDO (e due).
Ovviamente non sa che canzone cantare. La bambina prodigio vede la lista ma non le garba. In effetti su più di 200 brani è difficile scegliere…
Cioè a lei piace Adele e su 5 brani che abbiamo lei vuole quella che appunto non abbiamo. Allora ripiega su qualcos altro. Quello con più vocalizzi intendiamoci. Però in un’altra tonalità mi raccomando. E non riarrangiata, che segua perfettamente l’originale perchè poi non si ritrova con il timing.
E’ il momento in cui passo la patata bollente ad Ale Tuvo e devo ammettere che un po’ meschinamente mi faccio sempre delle grasse risate.
10. IL MANAGER PT.2
Altra corsa altro regalo per le richieste impossibili da parte dell’uomo in giacca e cravatta. “Per favore potresti costruire un repertorio in base ai vocalizzi(???????) che fai nei brani perché se poi ci sono gli acuti la gente non riesce a parlare(?!?)”.
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Bene amici, siamo finalmente giunti alla fine della mia narrazione e sforo di uno ribadendo il concetto accennato nel punto 4. (L’ODIO VHE TI SALE QUANDO TI PARLANO MENTRE STAI CANTANDO)
Perchè ci tengo proprio e vorrei trasmettervelo con la stessa passione con cui l’audace signora durante il raduno di Forza italia cantava piangendo “meno male che Silvio c’è”.
Mi riferisco al fatto che quando un musicista sta suonando/cantando sta SUONANDO/CANTANDO.
Per farvi capire meglio (e scusatemi in anticipo per i francesismi):
A) E’ come una cuoca che sta infilando il ripieno nel didietro del tacchino e magari in quel momento non può darvi la mano per presentarsi perchè appunto è impegnata a ficcare la mano colma di ripieno nel didietro del tacchino.
B) E’ come quando non riuscite a starnutire e tenere gli occhi aperti contemporaneamente.
C) E’ come quando sei in bagno ad espletare le tue funzioni più intime e nell’attesa non puoi alzarti per farti una doccia, piastrarti i capelli o che ne so, stendere i panni. Puoi solo stare seduto e concentrarti.
Detto questo, ho finalmente terminato la lista dei 10 MODI PER FAR IMPAZZIRE UN MUSICISTA e concludo dicendo, senza ovviamente togliere nulla a nessuno, che se rinasco vado di botox e chirugia plastica e faccio la “Selector”. Cia!
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Ciao ragazzi, siete veramente bravi! Se riesco passo a salutarvi sabato a Como.
A me le due cose che “proprio non esiste” sono queste:
Suono la fisarmonica per cui quasi sempre son seduto:
CASO UMANO 1. Tra un brano e l’altro, oopure immediatamente dopo il termine di due ore di concerto. L’allegrone con bicchiere di plastica della birra media, arriva si appoggia calcandoti la mano sulla spalla sinistra (quella che dovrebbe essere coinvolta a muovere il mantice) e inizia a sproloquiare: “maaaa la sai quella di Battisti che faaa cosììì, NA NA NA NA NA… noo? Ma dai?” Gli dico che suono e sto suonando Klezmer! Niente, “Qualcosa del Vasco… oh… grande! Vero?” insiste barcollando. Sorridendo fisso il bicchiere pericolante nella sua mano e lo immagino completamente versato sullo strumento. Ora lo uccido. 🙂
CASO UMANO 2. L’umarell nostalgico. Mentre stai suonando ti si mette dietro, attaccato alle spalle e scorre lo spartito con te,. Appena chiudi il brano ti attacca un pippone di quando suonava lui, solitamente uno strumento a fiato (la tuba, il bombardino, il trombone) nella banda del paese, si che erano bei tempi… “ci davo dentro eh! Eh… la musica è sempre bella… cosa ci vuole fare poi dopo arrivano gli impegni… ce l’ho ancora lo strumento eh… eh ma oramai… peccato…”
I miei compagni musicisti mi guardano attoniti e fanno un sorriso di circostanza sperando che la smetta e si ricominci a suonare, ma non molla.